La Ferrari continua ad essere, forse, l’ultimo orgoglio italiano conosciuto in tutto il mondo come frutto del nostro genio e della nostra capacità imprenditoriale, oltretutto, con una inequivocabile e leggendaria genesi artigiana, perché tutti conoscono la storia di Enzo Ferrari.
Se poi tutto questo viene condito da un colpo di vento di gioventù e di appartenenza, rappresentato dal ventunenne monegasco, detto il “Predestinato”, Charles Leclerc, il tutto ci inorgoglisce ancora di più, tanto da sembrare una meravigliosa favola.
Una favola nella quale il nostro “Principe rosso”, così anche soprannominato, ci ha dato una scossa, quasi un turbamento, quando all’intervistatore straniero che lo interloquiva, naturalmente in inglese, ad un cento momento ha detto “posso parlare in italiano?” ricevendo un imbarazzato assenso.
In quel momento è come se a questa Italia in difficoltà fosse stata fatta una carezza da un emblema delle nuove generazioni e la fontana della Speranza riprendesse a zampillare, quando vince la Ferrari.